top of page

I Minibond come strumento di finanziamento per le imprese italiane

  • lchsrl
  • 18 mar
  • Tempo di lettura: 8 min

Le piccole e medie imprese italiane rappresentano la spina dorsale dell'economia nazionale, contribuendo in modo significativo alla creazione di posti di lavoro e alla produzione di ricchezza. Tuttavia, l'accesso a forme di finanziamento adeguate e flessibili rimane una sfida costante per molte di queste realtà. Tradizionalmente, il ricorso al credito bancario ha rappresentato la principale via per sostenere la crescita e gli investimenti. Negli ultimi anni, si è assistito all'emergere di strumenti alternativi, tra cui i minibond, che offrono alle PMI l'opportunità di diversificare le proprie fonti di finanziamento. L'introduzione dei minibond in Italia, a seguito del "Decreto Sviluppo" del 2012, ha rappresentato un passo importante verso la creazione di un mercato dei capitali più accessibile alle esigenze delle PMI. Questo articolo si propone di fornire una guida base ai minibond, analizzandone la definizione, le caratteristiche, il funzionamento, i vantaggi, i requisiti, i costi e lo scenario attuale nel contesto italiano.



Cosa Sono i Minibond? Definizione e Caratteristiche Fondamentali


I minibond sono strumenti finanziari di debito, nella forma di obbligazioni o titoli di debito (nel caso di Società a Responsabilità Limitata - S.r.l.) o cambiali finanziarie, emessi da società italiane non finanziarie, prevalentemente piccole e medie imprese, che non sono quotate in Borsa. Questi strumenti consentono alle PMI di raccogliere fondi direttamente dal mercato dei capitali, superando i tradizionali canali bancari. L'enfasi sulle "società non quotate" e sulle "PMI" evidenzia come questo strumento finanziario sia specificamente pensato per un segmento di imprese che tradizionalmente ha avuto un accesso limitato al mercato dei capitali. I minibond colmano un vuoto nelle opzioni di finanziamento disponibili per le aziende che, pur avendo una solida base operativa e progetti di crescita, non raggiungono le dimensioni o i requisiti per l'emissione di obbligazioni tradizionali o per la quotazione in Borsa.


Le caratteristiche tipiche dei minibond includono un ammontare di emissione generalmente molto inferiore a 50 milioni di euro, anche a partire da sole poche centinaia di migliaia di euro, specie se nel contesto di un'emissione multipla. Questa soglia dimensionale li distingue dalle obbligazioni corporate di maggiori dimensioni e li rende più adatti alle esigenze finanziarie delle PMI. La scadenza dei minibond è tipicamente (ma non sempre) a medio-lungo termine, compresa tra i 3 e i 7 anni. Questa durata più estesa rispetto ai tradizionali prestiti bancari (che spesso hanno scadenze tra i 3 e i 5 anni) offre alle PMI una maggiore stabilità finanziaria e un migliore allineamento con i cicli di investimento.


Il rendimento per gli investitori è rappresentato da un tasso di interesse, corrisposto attraverso cedole periodiche che possono essere fisse o variabili. La possibilità di scegliere tra tassi fissi e variabili, talvolta legati all'Euribor, consente agli emittenti di adattare l'obbligazione alle condizioni di mercato e alle preferenze degli investitori. Il rimborso del capitale può avvenire in un'unica soluzione alla scadenza (modalità "bullet") oppure attraverso pagamenti periodici di quote capitale (modalità "ammortizing"). È anche possibile prevedere un periodo di preammortamento, durante il quale vengono pagati solo gli interessi, con il rimborso del capitale rinviato a un momento successivo. Questa flessibilità nella struttura di rimborso permette di adattare il minibond alle esigenze di flusso di cassa dell'azienda emittente e al profilo di rischio dell'investimento. Infine, è possibile che i contratti di emissione includano delle clausole contrattuali specifiche a tutela degli investitori, denominate "covenant".

 

Come Funzionano i Minibond: Il Processo di Emissione


L'emissione di minibond è un processo strutturato che coinvolge diverse fasi e attori finanziari. Inizialmente, l'azienda interessata effettua un'analisi preliminare per valutare la fattibilità dell'operazione. Successivamente, si procede alla strutturazione del prestito obbligazionario e alla redazione di un documento informativo dettagliato, noto come information memorandum.

Un ruolo cruciale nel processo è svolto da diversi professionisti e istituzioni finanziarie. L'azienda emittente si avvale tipicamente di un advisor finanziario, come Tokos SCF, che la guida nella strategia dell'emissione, la assiste nelle attività preliminari e coordina i vari soggetti coinvolti. Un consulente legale è incaricato di curare tutti gli adempimenti normativi e regolamentari necessari per l'emissione, il collocamento e l'eventuale quotazione dei minibond. L’ “arranger” assiste l'emittente nella strutturazione del minibond e nel suo collocamento presso gli investitori. Una società di revisione certifica i bilanci dell'emittente. Se l'azienda decide di dotarsi di un rating, interviene un'agenzia di rating autorizzata.


Una volta strutturato il minibond, si procede alla ricerca degli investitori e al collocamento dell'emissione, spesso attraverso un "roadshow" per presentare l'opportunità agli investitori potenziali. L'azienda emittente può decidere di quotare i propri titoli sul segmento professionale Euronext Access Milan di Borsa Italiana. La quotazione, pur non essendo obbligatoria, offre maggiore visibilità e può ampliare la base di investitori istituzionali. I requisiti di ammissione e i costi per la quotazione sono generalmente meno stringenti rispetto al mercato regolamentato MOT, rendendolo un'opzione interessante per le PMI. Tuttavia, negli ultimi anni si è osservata una crescente preferenza per i collocamenti privati. Infine, è necessario istituire il "Libro delle Obbligazioni" (per le S.p.A.) o il "Registro dell'Emittente" (per le S.r.l.) dove vengono annotati i dettagli dell'emissione.


Il processo di emissione di minibond si distingue dal tradizionale rapporto banca-impresa per il coinvolgimento di molteplici attori finanziari, offrendo alle PMI accesso a competenze specialistiche e a un network di investitori più ampio.


Vantaggi dei Minibond per le PMI Italiane


L'utilizzo dei minibond come strumento di finanziamento offre numerosi vantaggi per le PMI italiane. Uno dei principali è la diversificazione delle fonti di finanziamento e la conseguente riduzione della dipendenza dal sistema bancario. Questa maggiore autonomia finanziaria è particolarmente importante in periodi di restrizione del credito bancario o quando le condizioni offerte dalle banche non sono ottimali.


I minibond offrono inoltre l'accesso a finanziamenti con scadenze più lunghe rispetto ai tradizionali prestiti bancari. Questa caratteristica consente alle PMI di finanziare progetti di investimento a medio-lungo termine in modo più stabile, allineando la durata del finanziamento con i tempi di ritorno degli investimenti. Le condizioni di finanziamento possono essere potenzialmente più favorevoli rispetto a quelle bancarie. Sebbene i tassi di interesse possano talvolta essere superiori, i minibond spesso richiedono meno garanzie reali e offrono opzioni di rimborso più flessibili.


L'emissione di un minibond può migliorare la visibilità e la reputazione dell'azienda. Il successo nel collocare un'emissione presso investitori istituzionali può essere interpretato come un segnale di solidità finanziaria e potenziale di crescita, rafforzando l'immagine dell'azienda sul mercato. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che i minibond non vengono segnalati alla Centrale Rischi di Banca d'Italia. Questo aspetto può preservare le linee di credito esistenti con le banche e non precludere l'accesso a futuri finanziamenti bancari.


Infine, l'emissione di minibond può comportare benefici fiscali, come la deducibilità degli interessi passivi e dei costi di emissione. Il successo di un'emissione e la sua successiva gestione possono contribuire a rafforzare il bilancio aziendale e potenzialmente migliorare il rating creditizio. La diversificazione delle fonti di finanziamento offerta dai minibond può anche conferire alle PMI un maggiore potere negoziale nei confronti delle banche.


Requisiti e Costi per l'Emissione di Minibond in Italia


Per poter emettere minibond in Italia, le PMI devono generalmente soddisfare una serie di requisiti. La forma giuridica deve essere quella di una società di capitali, tipicamente una S.r.l. o una S.p.A.. Sono escluse le banche e le microimprese, queste ultime definite solitamente come aziende con meno di 10 dipendenti e un fatturato o un bilancio inferiore a 2 milioni di euro.


Per quanto riguarda il fatturato minimo molte emissioni di successo e programmi specifici, richiedono un fatturato di almeno 5 milioni di euro, con una crescita significativa negli ultimi tre anni. Un margine operativo lordo (EBITDA) valido rispetto ai competitor è un altro requisito fondamentale per dimostrare la capacità dell'azienda di generare profitti e sostenere il debito. Il rapporto tra la posizione finanziaria netta (PFN) e l'EBITDA deve essere inferiore a una certa soglia, per valutare la leva finanziaria dell'azienda.


Altri requisiti includono oltre alla già citata certificazione del bilancio da parte di una società di revisione, la predisposizione di un solido business plan e di un valido information memorandum, e il non trovarsi in stato di procedure concorsuali. È inoltre preferibile che il management abbia un'esperienza rilevante nel settore e che l'azienda dimostri la capacità e la volontà di adeguarsi alle pratiche del mercato dei capitali. Per la quotazione è spesso richiesta la pubblicazione e il deposito degli ultimi due bilanci (di cui almeno l'ultimo sottoposto a revisione legale) e la redazione di un Documento di Ammissione. Alcuni programmi o investitori possono richiedere un rating creditizio.


L'emissione di minibond comporta una serie di costi, tra commissioni per l’advisor finanziario, per l’arranger, legali, di rating e di quotazione. Questo sistema può rendere antieconomiche emissione di debito di dimensioni troppo contenute, se pur significativi passi avanti in termini di accessibilità sono stati fatti grazie a diversi attori fintech negli ultimi anni.


Sebbene i tassi di interesse sui minibond possano talvolta essere superiori a quelli sui prestiti bancari, la struttura complessiva dei costi e l'assenza di alcune commissioni bancarie tradizionali (e potenzialmente minori garanzie richieste) devono essere attentamente valutate. La comparazione dei costi non è semplice e dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione del finanziamento, la solidità creditizia dell'azienda e le specifiche condizioni negoziate.


Il Mercato italiano dei Minibond: Tendenze Attuali e Prospettive


Il mercato italiano dei minibond ha registrato una crescita significativa dalla sua introduzione nel 2012. Sebbene il volume delle emissioni abbia subito fluttuazioni nel tempo, influenzato dalle condizioni economiche e dall'andamento dei tassi di interesse, il mercato ha dimostrato una crescente importanza come fonte di finanziamento alternativa per le PMI. L'ammontare medio di un minibond si attesta intorno ai 6,1 milioni di euro (dato aggiornato a giugno 2024, secondo il barometro Minibond di Azimut Direct), con una scadenza media compresa tra i 5,2 e i 5,7 anni.


I tassi di interesse medi hanno mostrato una certa volatilità, in linea anche con la forte variazione dei tassi di banca centrale negli ultimi mesi. Gli investitori in minibond sono principalmente istituzionali, come banche, intermediari finanziari, fondi pensione e compagnie assicurative. Tuttavia, si osserva una crescente apertura anche agli investitori retail attraverso piattaforme di crowdfunding.

I settori più attivi nell'emissione di minibond includono il manifatturiero, le attività professionali e il commercio. Un ruolo importante nel sostenere l'emissione di minibond è svolto dai sistemi di garanzia pubblica, come il Fondo di Garanzia per le PMI e Garanzia Italia, soprattutto durante e dopo la pandemia. Si registra inoltre un crescente interesse verso i minibond legati a criteri ESG (Environmental, Social, and Governance), come i green bond e i sustainability-linked bond.


Conclusione


I minibond rappresentano uno strumento di finanziamento valido e in crescita per le PMI italiane.


Offrono numerosi vantaggi, tra cui la diversificazione delle fonti di finanziamento, l'accesso a scadenze più lunghe e condizioni potenzialmente più flessibili rispetto al credito bancario tradizionale. Sebbene l'emissione di minibond comporti dei costi e richieda il rispetto di specifici requisiti, per le PMI ben strutturate e in crescita può rappresentare una leva strategica per finanziare i propri piani di sviluppo ed espansione. È fondamentale che le aziende interessate valutino attentamente i requisiti e i costi coinvolti e considerino i minibond come un'opzione complementare, piuttosto che sostitutiva, al tradizionale credito bancario. Per navigare con successo la complessità del processo di emissione, è consigliabile avvalersi della consulenza di esperti del settore.


Per una consulenza esperta e un supporto completo nel percorso di emissione di minibond, le aziende possono fare affidamento su Tokos SCF, un advisor finanziario in grado di coprire direttamente o tramite i propri partner tutte le fasi dell’emissione di questo o di altri strumenti di finanziamento aziendale.



bottom of page