Mondrian e il Portafoglio d'Investimento: L'Arte della Semplicità
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- 27 apr
- Tempo di lettura: 3 min
a cura di Marta Taulotto

Immaginate di entrare in una galleria d'arte moderna e trovarvi di fronte a un'opera di Piet Mondrian: linee essenziali, colori primari, equilibrio perfetto tra vuoti e pieni. Nessun elemento di troppo, nessuna distrazione inutile. Solo l'essenza della composizione.
Piet Mondrian non vedeva la pittura solo come un’espressione artistica, ma come un mezzo per raggiungere un’armonia superiore, un equilibrio perfetto tra ordine e libertà.
Le sue composizioni astratte, con griglie rigorose di linee nere e blocchi di colori primari, non erano semplici esperimenti estetici, ma una ricerca di purezza e universalità, ispirata dal neoplasticismo e da una visione spirituale dell’arte.
Allo stesso modo, un portafoglio di investimenti ben costruito non è solo una raccolta di asset, ma un sistema dinamico che punta a un equilibrio tra rischio e rendimento, stabilità e crescita. Così come Mondrian eliminava il superfluo per arrivare all’essenza della forma, un investitore, che ha intenzione di potersi definire tale, semplifica la propria strategia, evitando speculazioni inutili e cercando un’allocazione ottimale basata su principi chiari e razionali.
L’arte e la finanza, apparentemente lontane, condividono un principio fondamentale: l’armonia si raggiunge non con l’accumulo disordinato di elementi, ma con la costruzione di una struttura solida, essenziale e capace di resistere nel tempo.
L'importanza di togliere
Mondrian non ha bisogno di mille dettagli per comunicare un'idea: la sua forza sta nel sapere esattamente cosa rimuovere per lasciare solo ciò che è fondamentale. Questa è una lezione cruciale anche per chi costruisce un portafoglio d'investimenti. Molti investitori, nel tentativo di diversificare, accumulano 30, 40, persino 50 titoli diversi, credendo erroneamente che più asset significhi meno rischio. Ma spesso il risultato è solo un portafoglio inutilmente complesso, costoso e poco efficiente.
L'illusione della diversificazione
Un portafoglio con decine di titoli singoli rischia di essere una versione confusa di un indice di mercato, ma con costi di transazione più alti e un rischio di selezione errata maggiore. Sarebbe molto più efficiente adottare un approccio ispirato a Mondrian: ridurre il superfluo, mantenere solo ciò che è veramente strategico e affidarsi a strumenti efficienti.
Immagina un quadro di Piet Mondrian, con le sue linee nere decise che suddividono la tela in rettangoli e quadrati di colori primari: blu, rosso, giallo, alternati a spazi bianchi.
Questo schema visivo può essere letto come la rappresentazione perfetta di un portafoglio di investimenti ben bilanciato. Ogni sezione colorata rappresenta una classe di asset: il blu intenso potrebbe simboleggiare le azioni globali, il motore principale della crescita nel lungo periodo; il rosso, acceso e vibrante, ricorda il dinamismo dei mercati emergenti, più rischiosi ma potenzialmente redditizi; il giallo, luminoso e stabile, potrebbe rappresentare gli ETF obbligazionari a breve termine, un’ancora di sicurezza nei momenti di volatilità. Gli spazi bianchi, invece, sono la liquidità e il capitale non ancora investito, pronto per essere allocato quando le opportunità si presentano. Le linee nere, rigide e strutturali, rappresentano i principi di diversificazione e controllo del rischio che tengono insieme il portafoglio, impedendo che un solo asset domini eccessivamente la scena. Questo significa aver fatto propria la struttura dei mercati per poter agire al meglio con strategie efficaci.
Così come Mondrian cercava l’equilibrio perfetto tra forma e colore, un investitore costruisce il proprio portafoglio bilanciando crescita, protezione e stabilità, sapendo che è l’armonia tra le diverse componenti a creare un’opera solida e sostenibile nel tempo.
La linea sottile che fa la differenza
La vera difficoltà non è aggiungere, è sapere cosa togliere. E per imparare a eliminare il superfluo ci vogliono anni di esperienza. È qui che entra in gioco la figura di un consulente finanziario: come un curatore d'arte, ti aiuta a eliminare il rumore, a distinguere l’essenziale dal superfluo, a costruire un portafoglio che non solo sembri efficiente, ma che lo sia davvero.
È una linea sottile, ma è quella che separa il caos dal controllo, l’accumulo confuso dai risultati concreti.