
In un contesto di elevata incertezza macroeconomica, la protezione del patrimonio dall'inflazione rimane una priorità per gli investitori italiani. Le obbligazioni indicizzate all'inflazione rappresentano uno strumento particolarmente efficace per perseguire questo obiettivo, offrendo un meccanismo diretto di adeguamento al costo della vita.
L’inflazione è quel fenomeno che consiste in un generalizzato aumento dei prezzi di beni e servizi, determinando dunque una perdita del valore reale della moneta avente corso legale. Generalmente tra i compiti della banca centrale, l’organismo che emette una determinata moneta, c’è quello di contenere il fenomeno inflattivo.
Per quanto riguarda l’euro, la Banca Centrale Europea ha mandato di raggiungere un’inflazione che sia vicina ma leggermente inferiore al 2% nel medio termine.
Cosa sono le obbligazioni indicizzate all'inflazione?
Le classiche obbligazioni sono titoli a reddito fisso che soffrono notevolmente le fasi inflazionistiche, soprattutto poiché al verificarsi dell’evento inflattivo, la banca centrale tenderà ad alzare i tassi di interesse, rendendo poco appetibili le obbligazioni emesse in precedenza.
Un possibile strumento che in qualche modo scherma da questo fenomeno sono le obbligazioni indicizzate all’inflazione, specie quelle a duration più ridotta (per il prevalere della componente inflattiva di breve periodo rispetto a quella dei tassi di interesse di medio/lungo periodo)-
Le obbligazioni indicizzate all'inflazione sono titoli di debito emessi da governi o istituzioni finanziarie il cui rendimento è direttamente legato all’andamento di un indice dei prezzi al consumo (CPI). In Italia, il Tesoro emette i BTP Italia, specificamente progettati per proteggere i risparmiatori dall’erosione del valore reale del capitale dovuta all'inflazione italiana e i BTP€i indicizzati invece all’inflazione europa. Questi strumenti si sono affermati come una componente fondamentale per gli investitori che cercano stabilità e rendimento in un contesto inflazionistico.
A differenza delle obbligazioni tradizionali, queste offrono due componenti di rendimento:
Cedola reale: una percentuale fissa calcolata sul capitale nominale, che assicura un flusso di reddito costante e prevedibile.
Rivalutazione del capitale: il capitale nominale viene aggiornato periodicamente in base all’indice dei prezzi al consumo, garantendo così una protezione efficace contro l’aumento dei prezzi, anche in periodi di alta volatilità economica.
Questa struttura rende le obbligazioni indicizzate all’inflazione particolarmente adatte a chi desidera un investimento sicuro e allo stesso tempo sensibile alle dinamiche economiche.
È importante evidenziare come i BTP Italia rivalutino semestralmente sia il capitale che la cedola, mentre i BTP€i liquidino la rivalutazione del capitale solo a scadenza (o attraverso il rateo, se vendute sul mercato secondario).
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Perché sono rilevanti oggi?
L’inflazione è tornata a essere un tema centrale per l’economia globale e italiana, con implicazioni significative per investitori e risparmiatori. I fattori che contribuiscono a questa dinamica includono:
Aumento dei costi energetici: la crisi energetica europea ha spinto al rialzo i prezzi di gas e petrolio, incidendo sui costi di produzione e consumo.
Politiche monetarie accomodanti: anni di tassi d’interesse bassi e di quantitative easing hanno aumentato la liquidità in circolazione, sostenendo la domanda e influenzando i prezzi.
Problemi nelle catene di approvvigionamento: ritardi e strozzature nei flussi commerciali globali hanno generato pressioni sui prezzi, aggravate da eventi geopolitici e pandemie.
In questo contesto, le obbligazioni indicizzate all’inflazione diventano uno strumento cruciale per mitigare il rischio di perdita del potere d’acquisto, offrendo agli investitori italiani una valida alternativa per preservare il valore reale del loro patrimonio, garantendo dunque un rendimento reale del patrimonio piuttosto che uno nominale.
I vantaggi per l’investitore italiano
Gli investitori italiani, tradizionalmente orientati verso prodotti obbligazionari, possono beneficiare delle obbligazioni indicizzate all’inflazione in diversi modi:
Protezione del capitale reale: l’indicizzazione garantisce che il capitale investito mantenga il suo valore in termini reali, anche in periodi di inflazione elevata.
Diversificazione del portafoglio: aggiungere obbligazioni legate all’inflazione permette di bilanciare meglio il rischio complessivo del portafoglio, riducendo l’esposizione a shock economici imprevedibili.
Cedole periodiche rivalutate: i flussi cedolari crescono con l’inflazione, fornendo un reddito crescente in termini nominali, utile per soddisfare esigenze di spesa crescenti nel tempo.
Resilienza in periodi di crisi: grazie alla loro struttura, queste obbligazioni tendono a performare bene in scenari di alta inflazione, offrendo agli investitori un rifugio sicuro. Questa tipologia di obbligazioni è riuscita infatti a sovraperformare i mercati azionari anche per periodi decennali
Tassazione agevolata: Come tutti i titoli di stato la tassazione per questi strumenti è al 12,5%, il che le rende particolarmente attraenti per l’investitore italiano.
L'andamento storico

L'investimento in titoli di stato italiani, come mostrato in figura, si è rivelato positivo in termini assoluti e relativi negli ultimi vent'anni, anche se in questo lungo periodo l'inflazione complessiva non è stata particolarmente elevata.
Il grafico mostra l'andamento dell'indice dell'insieme delle obbligazioni a indicizzazione reale (tutte, di qualsiasi durata, sia BTP Italia sia BTP€i, ticker BCII1T), a confronto con l'andamento dell'indice dei prezzi FOI (ticker ITCPIUNR), con l'andamento di tutte le obbligazioni europee (indice generale che contiene sia titoli di stato che obbligazioni societarie, di tutti i paesi europei, ticker LP06TREU) e con l'andamento delle azioni europee, dividendi compresi (indice Eurostoxx50 Total return, ticker SX5T).
Come si vede, mediamente l'investitore in titoli italiani indicizzati ha ottenuto circa il 4% lordo annuo, ampiamente adatto a coprire i rincari di beni e servizi, e il doppio di quanto si poteva ottenere con un investimento molto diversificato in obbligazioni europee; le azioni europee hanno avuto un rendimento lordo più elevato, però, se consideriamo la specifica fiscalità dell'investitore italiano, allora il discorso cambia.
Il 4% lordo dei titoli reali diventa 3.5% netto annuo, mentre il 6.17% lordo delle azioni diventa poco più del 4.5% netto annuo.
Un solo punto all'anno per una dose di rischio notevolmente superiore; vi è da sottolineare che, negli ultimi vent'anni, l'inflazione è stata bassa (1.8% annuo) e il mercato azionario è andato parecchio bene.
Come integrare le obbligazioni indicizzate all’inflazione in un portafoglio
Per un’allocazione ottimale, è importante considerare il peso delle obbligazioni indicizzate all’inflazione all’interno del portafoglio complessivo, tenendo conto degli obiettivi individuali e del profilo di rischio. Questi titoli possono aver senso sia per investitori prudenti, per i quali hanno un rischio inferiore spesso anche ai tassi fissi governativi, che per i più aggressivi, per i quali possono rappresentare un valido scudo diversificatore nello scenario macroeconomico inflattivo.
L’integrazione di obbligazioni indicizzate all’inflazione deve essere accompagnata da un’attenta analisi delle condizioni di mercato e delle prospettive macroeconomiche.
Rischi da considerare
Nonostante i numerosi vantaggi, è importante essere consapevoli dei rischi associati alle obbligazioni indicizzate all'inflazione:
Volatilità dei tassi d’interesse: un aumento dei tassi reali potrebbe ridurre il valore di mercato di questi titoli, soprattutto se venduti prima della scadenza e per scadenze lunghe.
Indice di riferimento: eventuali discrepanze tra l’inflazione percepita e quella misurata dall’indice utilizzato possono limitare l’efficacia della protezione.
Liquidità : per alcune emissioni, la liquidità potrebbe essere limitata, influenzando la facilità di acquisto o vendita sul mercato secondario, con potenziali implicazioni per gli investitori retail. Difatti queste emissioni sono molto meno comuni che i tassi fissi governativi e quindi sono generalmente più illiquide.
Rischio emittente: anche se relativamente basso per obbligazioni governative, è sempre importante valutare la solvibilità dell’emittente.
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Conclusione
Le obbligazioni indicizzate all’inflazione rappresentano un elemento chiave per l’investitore italiano che desidera proteggere il proprio patrimonio in un contesto economico instabile e caratterizzato da forti pressioni inflazionistiche. Grazie alla loro capacità di offrire rendimenti reali e protezione dall’inflazione, questi strumenti possono svolgere un ruolo cruciale in una strategia di investimento ben bilanciata, contribuendo a preservare il valore del capitale e a generare reddito stabile.
Per una pianificazione personalizzata e un approccio integrato, affidarsi a una società di consulenza finanziaria o di un multi-family office può fare la differenza. Un team di esperti può guidare l’investitore italiano nella selezione e gestione delle migliori opportunità legate alle obbligazioni indicizzate all'inflazione, allineandole con gli obiettivi di lungo termine, assicurando una gestione attenta e competente del patrimonio. Questo approccio permette di affrontare con maggiore sicurezza le sfide poste da un’economia globale in continua evoluzione.
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